La S.T.C. Adria 1877 ha ospitato per tre settimane una rappresentativa
femminile della squadra di canottaggio della FSK Trud di Mosca. Un
gemellaggio nato sia dalla passione per questo sport, sia della curiosità e
dall’opportunità per le giovani atlete di approfondire la nostra cultura e
visitare l’Italia. Le 7 ragazze, tutte con un’età compresa tra i 14 e i 24 anni,
sono state accompagnate dal loro allenatore Andrej Gennadevich (allenatore
anche della squarda russa di Adaptive Rowing) e dall’interprete Diego
Zerial, deus-ex-machina e ideatore dello scambio culturale .
La cena di commiato presso la terrazza della società, con sede nel centro di
Trieste, è stata l’occasione per trarre un bilancio con Andrej Gennadevich di
questo scambio culturale, toccando soprattutto le differenze e le similitudini
nel vivere questo sport in Italia e in Russia.
“Andrej, come ci si avvicina a questo sport in Russia?”
“Le persone che praticano canottaggio sono perlopiù amici di canottieri o di
ex canottieri, oppure figli o parenti d’arte. So che in Italia il grosso del
reclutamento giovanile lo si fa attraverso le scuole. Anche in Russia c’è stato
un tentativo simile ma con scarsi risultati. Su 3000 ragazzi che hanno
provato questo sport a scuola, sul remoergometro, solamente 2 o 3 hanno
continuato l’attività agonistica. Inoltre in Russia il reclutamento avviene in
età più avanzata, tra I 13 e 15 anni. Penso che il successo che l’Italia
nell’avvicinare i giovanissimi al mondo dello sport stia perlopiù nella varietà
e quantità di attrezzature. Da noi, per questioni economiche, si comprano
solo scafi olimpici e si punta in prevalenza sul canottaggio senior; basti
pensare che su 10 cadetti 4 in media diventano senior.”
“Che ne pensa del fatto che in Italia si punti molto sul canottaggio giovanile
mentre quello di vertice sia un po’ trascurato?”
“In Italia si puo’ vogare 365 giorni all’anno, mentre in Russia la stagione si
ferma per circa 3 mesi almeno perchè i laghi e i fiumi ghiacciano. In questo periodo buona parte degli atleti praticano sci di fondo, nuoto o altre
discipline aerobiche, e vengono addirittura istituite gare di queste specialità
tra canottieri! Credo che la morìa di senior in Italia sia causa la poca varietà
nell’allenamento, in questo modo il giovane si stufa presto ed abbandona.
Ma questa è un’ opinione personale.”
“La vostra squadra ha avuto l’opportunità di partecipare ad una gara di zona.
Che ne pensa del canottaggio nazionale italiano?”
“Devo dire che sono rimasto stupito dall’alto livello organizzativo di questa
regata, sebbene fosse solamente una regionale. Inoltre la quantità di persone
che pratica questo sport in Italia è molto più alta che in Russia. Gli iscritti
erano equivalenti a quelli di una regata del distretto di Mosca, che conta ben
14 milioni di abitanti, Inoltre balza subito all’occhio il vivace movimento dei
master, che in Russia (a parte la Dinamo Mosca) è praticamente assente”
“Visto che lei è allenatore della Nazionale Russa Adaptive, parliamo di
quest’ argomento di forte attualità anche in Italia”
“Da noi il problema grosso è la disposizione di mezzi. Spesso è difficile
riuscire a venir incontro alle esigenze del singolo disabile, sia per l’acquisto
di scafi appositi, sia per problemi di abbattimento delle barriere
architettoniche. Noi cerchiamo di lavorare con cio’ che abbiamo, e devo dire
che nonostanzte cio’ i risulati sono discreti.”
La sera si inoltra e i nostri ospiti dovranno partire il mattino presto. Ci
salutiamo calorosamente nella speranza di rivederci al più presto, magari a
Mosca.
Dasvidanija ragazzi!
Guido Lucchese
Alle gallerie fotografiche
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